HM CRE 50 - Wikipedia
SIX
[modifica | modifica wikitesto]La prima serie riprendeva il look delle sorelle giapponesi di cilindrata maggiore (HM CRE) con cui condivideva tutte le sovrastrutture come plastiche, sella e serbatoio che venivano costruiti in Italia dalla Acerbis per ridurre i costi.
Veniva prodotta con pezzi molto pregiati come la forcella Kayaba da 43mm, il forcellone in alluminio, mozzi Rimoldi e cerchi Akront (in seguito Sanremo) e altri pezzi acquistati dalla Gilera come lo stesso telaio, derivato infatti da quello del RC 50 rally o del Sioux, dopo la chiusura dello stabilimento di Arcore nel 1993.
Il primo modello era caratterizzato soprattutto dalla forcella da 43mm, dal telaio monotrave in acciaio al cromo-molibdeno sdoppiato, con telaietto posteriore smontabile, e dallo scarico realizzato con silenziatore in alluminio dalla Jolly moto e dal manubrio MT.
Il motore era un Minarelli AM5 con cilindro Gilardoni in alluminio a 7 travasi, evoluzione del propulsore tipo AM3, riprogettato una volta che nel 1994 cadde il limite al numero di marce massime disponibile per i ciclomotori, il carburatore era un Dell'Orto Sha 14/12.
Nel 1995 si ebbero delle modifiche, la più importante nella motorizzazione con la nascita del Minarelli AM6 (la moto viene rinominata CRE SIX) e il carburatore venne sostituito con un più moderno PHBN regolabile da 12mm. Il motore e le pedane vennero arretrate rispettivamente di 8 e 10mm, il forcellone venne accorciato, la forcella aveva le molle più lunghe, venne installato un diverso tachimetro e scarico/silenziatore ora avevano una curva a 90° e nuove lamelle.
Nel 1996/97 cambiarono il codino posteriore e il portatarga mentre la forcella divenne una Paioli da 41mm.
Nel 1998 venne usata una pinza posteriore di derivazione stradale e la mascherina divenne meno squadrata.
Nel 1999 si ebbero il Monoammortizzatore Paioli regolabile sul ritorno al posto del Sachs, un nuovo ancoraggio della stampella, la nuova protezione della pompa posteriore, la piastra paramotore e un cambio di grafiche.
Nel 2000 cambiarono solo le grafiche mentre l'anno successivo (2001) si ebbero molti cambiamenti:
- Forcella Paioli da 41mm a tripla regolazione.
- Monoammorizzatore Olle
- Mozzi AJP
- Cerchi Morad
- Forcellone più stretto di 27mm
- Mascherina di diversa forma
- Strumentazione digitale
- Cavalletto con fine corsa e ancoraggio stampella
- Espansione migliorata e silenziatore in alluminio di forma ovale, con fondello in plastica e beccuccio in alluminio
- Lo spessore delle lamelle passa da 0,35 a 0,30mm
Nel 2002 venne modificato lo scarico e sostituita la valvola lamellare, mentre nel 2003 il CRE 50 venne totalmente riprogettato con un nuovo telaio perimetrale (per imitare le sorelle maggiori) ma in acciaio anziché in alluminio, le plastiche come quelle delle CR a 2T, la forcella Paioli USD da 38mm, il monoammortizzatore divenne a gas (con bomboletta separata) e il cilindro rimase marchiato sempre Gilardoni ma per un breve periodo di tempo, presumibilmente per un errore di consegna, vennero installati dei pistoni monofascia al posto dei classici bifascia, venne montato il carburatore dell'Orto PHBG 19 di serie e lo scarico invece divenne catalitico per rispettare le norme antinquinamento. Il catalizzatore venne però reso facilmente asportabile per l'eventuale uso nelle competizioni.
Fino al 2006 cambiarono solamente grafiche e portafaro, fino a quando non venne presentata la 3ª serie caratterizzata dal nuovo telaio in alluminio Verlicchi, dal forcellone di diversa forma, dalla strumentazione con avviso di chiamata per telefonino, dallo scarico cromato con sistema di ricircolo dei fumi e dalla forcella Marzocchi USD da 40mm.
Il modello del 2006 monta un monoammortizzatore Paioli, le forcelle non sono più Paioli ma sono Marzocchi a steli rovesciati, la slitta paramotore è totalmente in ferro (a differenza del modello "Baja", che ne monta una di plastica con anima in ferro), i rapporti corona-pignone, sono 14-62 (maggiormente adatti ad un utilizzo prettamente enduristico), la dimensione del cerchio posteriore è di 18', mentre quella dell'anteriore è di 21', entrambe le pinze dei freni sono AJP (quella anteriore ha due pistoncini, mentre quella posteriore solamente uno), i dischi dei freni, della Galfer, hanno la forma "a margherita", tipica delle moto da enduro di maggiore cilindrata.
Il motore è sempre un Minarelli AM6, come la maggior parte delle moto 50cm³ in commercio, con il cilindro in alluminio (quello della versione "Baja" è in ghisa) e il carburatore resta un Dell'Orto PHBG 19. Lo scarico, vicino alla testa, presenta un sistema di ricircolo dei fumi: da esso parte un tubo che porta l'aria in una scatola contenente due valvole (fissata ad una staffa la quale, a sua volta, è fissata al carburatore), da essa parte un altro tubo che termina nell'airbox. Le due valvole fanno sì che l'aria calda si sposti dallo scarico all'airbox e non viceversa. Con questo sistema, una parte dei fumi di scarico viene nuovamente messa in circolo invece di essere dispersa nell'ambiente.
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