La Chimica In Acquario: PH KH GH - Zio Pesce Blog

La durezza KH

L’ altra misura che andiamo a determinare spesso è il KH ovvero la durezza carbonatica di un’acqua che è condizionata dalla presenza di idrogenocarbonati (HCO3–) e carbonati (CO3-). Il test del KH in realtà non misura la concentrazione di tutti gli idrogenocarbonati (quindi non solo quelli di Ca e Mg) ma bensi l’alcalinità ovvero la capacità dell’effetto tampone che si ha sul pH da parte di questi. L’ effetto tampone del HCO3– tende ad impedire variazioni brusche del pH per aggiunta di ioni idrogeno. Questo ci fa capire che se il KH è molto basso (< o = 2) basta una piccola aggiunta di una sostanza acida per abbassare anche bruscamente il valore del pH. Invece valori alti di KH si opporranno agli abbassamenti del pH per aggiunta di piccole quantità di acido. Quindi il KH è un parametro importante per decidere come stabilizzare il pH e/o modificarlo più facilmente sfruttando la CO2 micronizzata o l’effetto acidificante delle foglie in particolar modo quelle di catappa o le pignette di ontano. In base al tipo di acquario che andremo ad allestire sarà importante operare anche con il giusto valore del KH. Immaginate una vasca black water o comunque un acquario dedicato ai caracidi o ai ciclidi sud americani come a tante specie del sud est asiatico. Un KH basso intorno a 3 max 4 dKH ma anche intorno a 2 dKH per chi è bravo a gestire la micronizzazione con CO2 renderà semplice ottenere un acquario con pH intorno al 6.0 – 6.5. Chi alleva caridine cantonensis sa che il KH non dovrebbe superare 1 dKH, viceversa un acquario per ciclidi africani (Malawi piuttosto che Tanganica) richiederà un KH alto (intorno a 10 dKH) per assicurare che il pH non scenda mai sotto il 7,8. Ricordatevi che c’è un stretto legame che lega il KH al pH.

In un acquario mediamente il rapporto KH:GH deve essere di circa 1:2 ma anche questo dato è relativo perché molto dipende dalle specie di pesci che abbiano. Come già detto, coloro che utilizzano acqua di rete devono fare molta attenzione quando trovano un valore di KH>GH. Questo significa che l’acqua è ricca di carbonati di sodio (Na2CO3) in quanto il magnesio (Mg) è legato essenzialmente ai solfati che non incidono sul KH mentre il potassio (K) è quasi sempre irrilevante come contenuto nelle nostre acque. Il sodio quando supera la concentrazione di 40 mg/lt incomincia ad avere un effetto negativo sulle piante. Viceversa quando un’acqua di rete ha un GH>>KH questo indica una buona presenza di magnesio (Mg) presente sotto forma di MgSO4. La grande differenza tra GH e KH non è dovuta a CaSO4 perché scarsamente solubile in acqua né a Ca (HCO3)2 perché i bicarbonati avrebbero dato un KH alto.

Abbassare il KH: Per questa operazione dobbiamo intervenire con i cambi parziali fatti esclusivamente con la RO (RO = reverse osmosis) ponendo attenzione a non abbassare il KH di oltre 2 gradi giornalieri in quanto si potrebbe avere una modifica repentina del pH.

Come faccio a calcolare la quantità di RO ? Niente di più semplice.

  • C1xV1=C2xV2
  • V1-V2= volume acqua acquario da sostituire con RO

dove C1=dKH acquario, V1=volume netto acquario, C2=dKH desiderato, V2= volume acquario da mantenere.

Facciamo un esempio: supponiamo che il nostro acquario ha un volume netto di 60 litri ed un valore di 6 dKH che vogliamo portare a 4 dKH à

  • 6 x 60 = 4 x C2 -> 60×40/6 -> C2=40
  • 60 – 40 = 20 sono i litri di acqua dell’ acquario che dobbiamo sostituire con RO per abbassare il KH da 6dKH a 4dKH.

ATTENZIONE: Quando si opera un abbassamento del KH con cambi parziali tenete presente che inevitabilmente andremo a ridurre anche il GH per cui dobbiamo tenere conto anche di questa variabile e correggerla con gli appositi sali in commercio o soluzioni DYI (preferire il MgSO4 o una miscela di questo con il CaCl2).

Alzare il KH: in commercio ci sono molti prodotti per alzare solo il KH (Alkalyne Buffer Seachem, Sera KH/Ph Plus, etc.). Per gli amanti del DYI si suggerisce di usare l’idrogeno carbonato di potassio (KHCO3). Da evitare assolutamente il corrispettivo sale di sodio (Na). Quindi procuratevi i sali di KHCO3 ma mi raccomando che siano sali con purezza 99%.

3,57 gr di KHCO3 in 100 litri aumentano il KH di 1 dKH.

I sali possono essere sciolti in un litro di acqua della vasca e poi reintrodotti usando un piccolo tubicino in modo da far aumentare lentamente la durezza.

Una attenzione per chi usa fondi allofani. Questi fondi caratterizzati da una particolare reattività presentano una CSC (capacità di scambio cationico) molto alta per cui assorbono i cationi liberando idrogenioni dando così vita alla seguente reazione

H+ + HCO3– -> H2CO3 -> H2O + CO2 (gas)

Questo spiega perché questi fondi tendono ad abbassare il KH. I fondi allofani sono capaci di azzerare il KH per un periodo piuttosto lungo (attività molto gradita per gli allevatori di C. cantonensis) mantenendo allo stesso tempo un pH acido (6.0 – 6.5). Un trucco per beneficiare di tutti gli effetti di questi fondi senza incorrere in abbassamenti drastici di KH è quello d’ inserire nel layout rocce Seiryu che grazie alle loro venature di carbonati impediscono al KH di scendere troppo.

CaCO3 + H+ -> HCO3– + Ca2-

Il fondo allofano assorbe i cationi (Ca, Mg, etc.) liberando ioni idrogeno che interagiscono con l’ idrogenocarbonato (quindi il KH si abbassa) formando acido carbonico che come acido attacca il carbonato di calcio della Seiryu stone liberando idrogeno carbonato (quindi il KH si alza) e calcio che a sua volta viene riassorbito dall allofano creando un circolo che trova il suo equilibrio con un KH i cui valori possono diversificare a secondo della maggiore o minore reattività del fondo ma non andranno mai a 0.

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